Scrivi un commento
al testo proposto da Manuel Paolino
La precettistica del creazionismo
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
"Vi diro' cio' che intendo per poema creato. E' un poema in cui ogni parte costitutiva e tutto l'insieme presentano un fatto nuovo, indipendente dal mondo esterno, slegato da ogni altra realta' che non sia se stesso, poiche' prende posto nel mondo come fenomeno particolare, a parte e diverso dagli altri fenomeni. Fa reale cio' che non esiste, cioe' si fa egli stesso realta'. Creare un poema prendendo dal vivo i suoi motivi e trasformandoli per dar loro una vita nuova e indipendente... Nulla di anedottivo ne' descrittivo. Se accettate le rappresentazioni che un uomo fa della natura, cio' prova che non amate ne' la natura ne' l'arte. Inventare e' far si' che cose parallelle nello spazio si trovino nel tempo e viceversa presentando cosi' nel loro insieme un fatto nuovo (...). Il poeta non deve essere piu' uno strumento della natura ma far della natura il suo strumento..." (Da Manifestes di V. Huidobro, 1925)
|
|
|